Inps, vuoi lasciare il lavoro a 71 anni? Super bonus per te

Inps, il tuo obiettivo è quello di lasciare il lavoro a 71 anni? C’è un importante ‘Super Bonus’ per te, ecco come fare per poterne usufruire 

Se ne sta parlando, ma di concreto ancora non c’è nulla. Fatto sta, però, che il tutto si potrebbe confermare anche nelle prossime settimane. L’obiettivo principale, infatti, è quello di regolare un po’ di conti per quanto riguarda il sistema pensionistico. Per coloro che hanno intenzione di lasciare il mondo del lavoro a 71 anni e, di conseguenza, godersi la pensione è in arrivo un importante ‘Super Bonus‘. Ovviamente in busta paga. Il sistema pensionistico italiano non è ancora in allarme.

Ecco come fare per poterlo avere
Super Bonus per chi lascia il lavoro a 71 anni (Ansa Foto) L’Italianews.it

Questo, però, non vuol dire assolutamente che non lo possa essere in futuro (anche prossimo). Ed ovviamente il motivo è fin troppo evidente: il numero dei pensionati, con il passare degli anni, continua a crescere sempre di più. Allo stesso tempo c’è anche da segnalare il fatto che i lavoratori continuano a versare sempre meno contributi. In particolar modo i più giovani che non ricevono degli stipendi adeguati (fin troppo passi) e con delle carriere che sono a dir poco discontinue.

Inps, pensione a 71 anni: cosa prevede il Super bonus?

Fino a questo momento la spesa per le pensioni è considerata sostenibile (cresciuta in un decennio del 17%). Non si può dire lo stesso per l’assistenza (136%, ovvero da 89 miliardi a 157). Un allarme che è stato lanciato direttamente da Alberto Brambilla, numero uno del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, in occasione dell’undicesimo Rapporto sul Bilancio previdenziale italiano dove sono stati forniti questi importanti dati.

Ecco come fare per poterlo avere
Super Bonus per chi lascia il lavoro a 71 anni (Ansa Foto) L’Italianews.it

Questione sistema sanitario: sono (quasi) quattro milioni gli italiani pensionati “assistiti”. Tre milioni, invece, “parzialmente assistiti”. Vale a dire il 41% di loro che percepiscono un assegno da parte dell’Inps. Nel nostro Paese sono più di un milione di pensioni di invalidità civile che vengono pagate. Più di 2,2 milioni sono le persone che percepiscono una indennità di accompagnamento. Altre 817 mila hanno un assegno o una pensione sociale. 111 mila pensioni di guerra e 2,3 milioni di integrazioni al minimo.

In conclusione, sempre secondo quanto riportato da Brambilla, per i prossimi dieci anni bisogna imporre e stabilire delle regole importanti. Nel corso del suo intervento ha ribadito che serve effettuare almeno tre passaggi fondamentali: 1) Limitare fondi esubero, iso-pensioni e contratti di solidarietà. 2) Bloccare l’anzianità contributiva agli attuali 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 e 10 per le donne, con riduzioni per donne madri e precoci, per quanti scelgono di restare al lavoro fino ai 71 anni di età; 3) Equiparare le regole di pensionamento dei contributivi puri a quelle degli altri lavoratori.

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