Arrestati sei aspiranti terroristi, in diverse province della Lombardia e del Piemonte, pronti a partire per la Siria ed unirsi all’Isis: tra loro una coppia di coniugi con due figli piccoli. L’accusa è di “partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo internazionale”
Volevano lasciare l’Italia per unirsi alla jihad nei territori siro-iracheni portando con sé i loro figlioletti di 2 e 4 anni: la coppia di presunti estremisti islamici è stata arrestata nella mattinata di giovedì 28 aprile nel corso di un’imponente operazione, coordinata dalla Procura distrettuale di Milano d’intesa con la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, e condotta congiuntamente dalle Digos di Lecco, Varese e Milano, che ha portato all’arresto di sei persone, in diverse province della Lombardia e del Piemonte, tutte accusate del reato di “partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo internazionale”. Oltre alla coppia, residente in provincia di Lecco, è finito in manette anche un marocchino di 23 anni, residente nel Varesotto, fratello di un foreign fighter espulso dall’Italia nel gennaio 2015 per motivi di terrorismo con un provvedimento emesso dal Ministro dell’Interno Angelino Alfano. La coppia, alla quale si sarebbe presto unito il marocchino per raggiungere la Siria e unirsi ai tagliagole del sedicente Stato islamico, era in contatto con altri due coniugi, già residenti in provincia di Lecco e partiti verso la regione siro-irachena nel febbraio 2015, che avrebbero fornito loro alcuni dettagli per raggiungerli. Fortunatamente sono stati fermati dagli uomini delle questure di Milano, Lecco e Varese prima della loro imminente partenza. Raggiunta da un provvedimento cautelare anche la coppia con la quale erano in contatto da tempo, così come una loro congiunta che lo scorso anno li aveva messi a sua volta in contatto con i miliziani islamici.
Altre espulsioni da novembre
I sei arresti per terrorismo di giovedì mattina non sono i primi che hanno coinvolto Milano: già a novembre, e in soli tre giorni, sono stati espulsi un tunisino, accusato di aver progettato un’azione di martirio, e un marocchino, sospettato di essere un’estremista islamico; a marzo è stato invece allontanato dall’Italia un albanese che, per sua ammissione, voleva recarsi in Siria per unirsi all’Isis.
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