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Isis, nuovo video dell’orrore: accusato di spionaggio, ucciso dallo stesso fratello

Prima di uccidere il fratello, il boia lascia un messaggio alla sua famiglia: «Il vestito della vergogna che questa persona voleva farvi indossare non lo metterete addosso grazie ad Allah. Sono qui per rendervi puri dal marchio della vergogna affinché le vostre teste rimangano alte». Poi la brutale esecuzione davanti alla folla

Ennesimo video dell’orrore targato Isis, pubblicato sabato sera dall’ufficio media della “provincia di al Jazira”. Si tratta di un filmato della durata di 15:11 minuti che mostra esecuzioni di “spie” e “miscredenti”, e come testimonianza che niente riuscirà a fermare la jihad e i jihadisti, neppure un legame di sangue, le drammatiche immagini che immortalano una delle vittime mentre viene barbaramente uccisa con un colpo di pistola alla testa dal boia, suo fratello, l’uomo con cui ha condiviso l’infanzia e altri momenti di spensieratezza e complicità fraterna. Ma neppure i ricordi e quell’amore che si dovrebbe provare per ogni fratello hanno distolto il boia dal suo “compito”, che anzi, ha pronunciato frasi di disprezzo e vergogna nei confronti del parente, prima di guardarlo per l’ultima volta e premere il grilletto. «Il messaggio alla mia famiglia e alla mia tribù è questo – ha detto il boia prima di passare all’esecuzione – il vestito della vergogna che questa persona voleva farvi indossare non lo metterete addosso grazie ad Allah. Sono qui per rendervi puri dal marchio della vergogna affinché le vostre teste rimangano alte». Infine il video mostra tutti i boia caricare le loro pistole, e puntarle alla nuca delle vittime, ritenute spie e miscredenti.

«Pronto a uccidere il suo fratello miscredente»
I filmati che mostrano le esecuzioni, di altrettanti gruppi di persone, sarebbero tre, la trama è purtroppo sempre la stessa, come un film horror senza fine: le vittime sono vestite con le solite tute arancioni, vengono condotte sul luogo dell’esecuzione dai loro carnefici, vestiti in nero o in tuta mimetica, e lì attendono la loro fine, accusati di spionaggio e di aver indicato ai nemici alcune postazioni Isis. Nel primo filmato le vittime vengono riprese proprio mentre confessano le loro colpe, poi si passa alle immagini di bambini e donne uccise da raid aerei, mentre il terzo filmato mostra due uomini vestiti di arancione, condotti dai loro carcerieri in piazza per essere giustiziati davanti alla folla. Ad attenderli due boia, tra cui uno a volto scoperto, indicato da una freccia con la scritta: «Il nostro fratello Abdullah è pronto a uccidere il suo fratello miscredente». «Walaa wa Baraa», dall’arabo «Lealtà e Dissociazione», è l’altra scritta posta accanto al carnefice. Poi la brutale esecuzione.

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