Danneggiato un bar solo perchè servito gli operai che lavorano alla Torino-Lione. La titolare: «Non facciamo distinzioni di alcun genere. Serviamo chi entra e la clientela comprende persone diverse, anche gli operai»
Si chiama Lucrezia Bona, ed è la titolare di un bar di nome “Paprika” situato a Chiomonte, in provincia di Torino. Il suo locale è stato danneggiato da ignoti, molto probabilmente ‘No Tav’, come fa pensare la scritta con la vernice spray lasciata sulla vetrina: «Giuda, svendi la valle per 30 caffè». Il paese in cui vive e lavora si è trovato negli ultimi anni in numerose tensioni tra chi sostiene l’altà velocità e chi invece si oppone con tutte le proprie forze. «Non vorrei che adesso questa vicenda diventasse troppo grande», ha spiegato la barista ai giornalisti del Corriere della Sera. «Siamo in un piccolo paese e vorrei che la cosa rimanesse ridimensionata. E’ già molto pesante così, glielo assicuro. Veramente molto pesante». «A Chiomonte nel nostro bar non facciamo distinzioni di alcun genere. Serviamo chi entra e la clientela comprende persone diverse, anche gli operai. Noi non facciamo preferenze né trattamenti differenziati, diamo a tutti ciò che ci chiedono e continueremo a comportarci così anche in futuro». «Quello che è successo è veramente negativo. Tutti abbiamo delle idee, e certo che anche io ho la mia in merito alla Tav, ma non gliela dico». «Non lo faccio perché penso che il punto della questione non sia questo adesso. Credo che la mia idea non c’entri nulla con quanto accaduto. E’ successa una cosa brutta e basta».
«Questi qui non sono No Tav. Sono degli imbecilli»
«Non mi era mai accaduto prima di essere minacciata. Oggi all’alba mi sono ritrovata la vetrina imbrattata, un’altra vetrata sfondata e tutto il dehor rovinato, con le tende divelte e strappate. Adesso non so come fare. Non so nemmeno io se c’è un’assicurazione che mi risarcirà, non mi era mai capitato e sto cercando di capire cosa posso fare». «Voglio sottolineare una cosa sola però questi qui non sono No Tav. Sono degli imbecilli e basta. Qui a Chiomonte e in Val di Susa conviviamo tutti, tra alti e bassi, da anni e finalmente in questo ultimo periodo si vive in modo più tranquillo. Questo è un atto stupido – ha detto in conclusione – ma della stupidità altrui».
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