Ieri mattina è iniziato il processo per i 46 imputati di “Mafia Capitale” al palazzo di giustizia di Roma; presente anche l’ex Nar Massimo Carminati, che secondo i legali sarebbe anche pronto a parlare dopo mesi di silenzio
E’ iniziato ieri mattina alla 9 il maxiprocesso per i 46 imputati di “Mafia Capitale”, che si rivelerà molto lungo e complesso osservando i numeri: oltre ai 46 imputati (in buona parte detenuti), ci saranno centinaia di testimoni da ascoltare, migliaia di intercettazioni di cui è stata chiesta la trascrizione, 3-4 udienze a settimana già calendarizzate fino al prossimo mese di luglio e la celebrazione delle stesse nell’aula bunker del carcere di Rebibbia (attrezzata per le videoconferenze), lontano dalla cittadella giudiziaria di Piazzale Clodio dove si svolge l’attività ordinaria. Per il momento, il maxiprocesso si è aperto ieri al palazzo di giustizia di Roma, davanti ai giudici della decima sezione penale del tribunale e nell’aula più grande del palazzo, quella dedicata a Vittorio Occorsio, il magistrato ucciso nel 1976 dal terrorismo di destra. Insomma, ci sarà molto lavoro da fare per condannare i componenti di questa associazione criminale di stampo mafioso che, nel tempo, ha operato con peculiarità a Roma e nel Lazio fino all’anno scorso corrompendo pubblici funzionari, amministratori di società ed esponenti politici di tutti gli schieramenti al fine di alterare e aggiudicarsi appalti per centinaia di milioni di euro.
Dopo tanto tempo, interverrà forse anche l’ex terrorista Massimo Carminati, almeno secondo i suoi legali – Tutto quello che veniva compiuto era possibile tramite un sistematico ricorso alla forza dell’intimidazione, derivante dal vincolo associativo e la condizione di assoggettamento e omertà. A capo dell’associazione, secondo l’accusa, c’era l’ex Nar Massimo Carminati, detto “er Cecato” perchè guercio; il Campidoglio farà richiesta per costituirsi parte civile. Tre imputati dovranno seguire il dibattimento a distanza, pur trattandosi di figure chiave nell’inchiesta: Massimo Carminati, rinchiuso nel carcere di Parma a regime del 41/bis, Salvatore Buzzi, indicato come principale manovratore del sistema corruttivo e detenuto a Tolmezzo, e Riccardo Brugia, amico e braccio destro di Carminati, detenuto a Terni. Carminati, hanno fatto sapere i suoi legali, sarebbe anche pronto a parlare per sostenere la sua verità dei fatti. L’attenzione mediatica sarà altissima, con più di cento giornalisti accreditati.
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