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Mafia: sequestrati in Sicilia 13 milioni di euro ai fiancheggiatori di Messina Denaro

Le forze dell’ordine hanno sequestrato un tesoro di oltre 13 milioni di euro a boss e fiancheggiatori ritenuti vicinissimi al capo dei capi di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro; un colpo al cuore ai boss di Mazara del Vallo e Salemi

Un nuovo affondo al patrimonio del boss dei boss Matteo Messina Denaro e alla sua cosca è stato messo a segno dalla polizia, i carabinieri e la Guardia di Finanza; sequestrati oltre 13 milioni di euro a boss e fiancheggiatori considerati vicinissimi al capo imprendibile di Cosa Nostra. Il sequestro è avvenuto a seguito di un provvedimento richiesto dal procuratore aggiunto Teresa Principato e dalla Dda di Palermo. Si è trattato di un vero e proprio colpo di mannaia sui patrimoni dei boss di Mazara del Vallo e Salemi: Vito Gondola, 77 anni, allevatore, Michele Gucciardi, 62 anni, imprenditore, Giovanni Domenico Scimonelli, imprenditore 48enne affiliato alla cosca di Partanna e considerato un elemento cruciale negli interessi di Messina Denaro e in collegamento con ambienti economici siciliani e italiani, e Pietro Giambalvo, allevatore 77enne affiliato al clan di Santa Ninfa. I quattro sono già detenuti dallo scorso agosto perchè arrestati nell’ambito dell’operazione “Ermes” per i reati di associazione mafiosa e favoreggiamento per aver agevolato la latitanza del boss di Castelvetrano. Il sequestro ha riguardato beni mobili, immobili e aziende delle zone di Mazara del Vallo, Castelvetrano, Salemi, Partanna, Santa Ninfa e Trapani.

Confische anche ad Agrigento
La Dda di Agrigento, nell’ambito della stessa operazione, ha confiscato beni per tre milioni di euro a Giancarlo Buggea, 45 anni, ritenuto un affiliato della cosca di Canicattì; Buggea era già stato arrestato nel 2006 per le minacce e le estorsioni ai danni di un imprenditore di Campobello di Licata. Nel 2010 fu arrestato una seconda volta nell’ambito dell’operazione “Apocalisse” per intestazione fittizia di beni e per aver favorito Cosa Nostra. Il provvedimento nei suoi confronti ha riguardato un fabbricato dell’associazione agricola “La Rotonda dei pini”, otto terreni agricoli, nonchè il 50% delle quote societarie e il patrimonio della Biofrutta Srl, in cui risulta partecipante anche la moglie di Buggea. L’uomo è stato sottoposto anche al regime della sorveglianza speciale per un anno e mezzo.

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