Messina, morte Lorena Mangano: in carcere i responsabili, accusati di omicidio stradale
Sono stati accusati di omicidio stradale e omissione di soccorso. Gaetano Forestieri e l’amico Giovanni Gugliardo, i responsabili della morte della 23 enne Lorena Mangano, si trovano adesso nel carcere di Gazzi, a Messina. Guidavano in stato di ebrezza e stavano facendo una gara d’auto in pieno centro
Era la notte del 26 giugno scorso. Lorena Mangano, 23 anni originaria di Capo d’Orlando era uscita per trascorrere una serata con gli amici a Messina. Si trovava ferma al semaforo, quando, nell’attraversare l’incrocio, una macchina le si è schiantata sopra a folle velocità. Gaetano Forestieri di 32 anni e l’amico Giovanni Gugliardo guidavano in stato di ebrezza e stavano facendo una vera e propria gara d’auto in pieno centro. Schiaccianti le perizie tecniche sulla Audi TT grigia che ha impattato violentemente la Panda condotta da Lorena. La giovane è stata soccorsa in gravissime condizioni, quella notte. I medici l’hanno posta in coma farmacologico e quattro giorni dopo ne è stata dichiarata la morte. I genitori hanno deciso di donare gli organi. Ad incastrare i due giovani e a definire le dinamiche dell’incidente, le telecamere di videosorveglianza presenti lungo la strada. Quello che inizialmente era sembrato un incidente si è rivelato il tragico epilogo di una follia. I due stavano percorrendo a tutta velocità le strade di Messina con un Audi TT e una Fiat 500 abart, quando l’Audi, appartenente a Forestieri, ha travolto la vettura guidata da Lorena.
In carcere con l’accusa di omicidio e omissione di soccorso
Gaetano Forestieri finanziere di 32 anni e Giovanni Gugliardo sono adesso rinchiusi nel carcere di Gazzi. Su di loro pende l’accusa di omicidio per competizione non autorizzata aggravata da omissione di soccorso. I due dopo l’impatto sono fuggiti. Indagini serrate da parte della Polizia Municipale e della Questura hanno fatto scattare i provvedimenti cautelari richiesti dal sostituto procuratore Marco Accolla. Ancora sconvolta l’intera cittadinanza e il comune di Capo d’Orlando, che si sono stretti alla coraggiosa famiglia di Lorena.