Un’operazione della Squadra mobile di Napoli ha portato all’arresto di 20 persone considerate appartenenti o gravitanti alla consorteria criminale Sibillo-Giuliano-Brunetti-Amirante, operante nel centro storico partenopeo e nota come “La paranza dei bambini”; smantellata l’intera rete delle piazze di spaccio
La Squadra mobile di Napoli, in collaborazione con i commissariati San Carlo Arena, Decumani e San Paolo, ha eseguito 20 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di altrettante persone ritenute contigue o affiliate al sodalizio criminale Sibillo-Giuliano-Brunetti-Amirante, operante nel centro storico partenopeo nell’area Forcella-Duchesca-Maddalena, meglio conosciuta come “la paranza dei bambini” per via della giovanissima età di buona parte dei suoi componenti. L’operazione ha permesso di ricostruire la fittissima rete delle piazze di spaccio nella zona di influenza del gruppo, dai boss agli spacciatori, con la vendita al dettaglio di cocaina e marijuana come principale fonte di sostentamento del clan. Appurato il ruolo di primo piano di diverse donne nella gestione degli affari illeciti. Tra gli arrestati, infatti, figurano tre donne che avrebbero gestito completamente tutta la rete dei pusher; in manette sono finiti non solo chi forniva, tagliava e rivendeva la droga, ma anche chi garantiva il via vai costante di armi per i killer dei clan.
Arrestato il padre di Pasquale Sibillo
Il sodalizio, stando alle indagini, concludeva affari anche con la ndrangheta calabrese, soprattutto con le cosche di Gioia Tauro; dietro le sbarre è finito anche Vincenzo Sibillo, padre dei baby boss Emanuele e Pasquale, il primo morto in un agguato e l’altro arrestato tempo fa a Terni dopo un periodo di latitanza. A finire ammanettato è stato anche Daniele Napoletano, fratello del killer di fiducia dei Sibillo Antonio, inteso “o’ nannone”. Le indagini sono state lodate dalle autorità in quanto, dopo aver smantellato lo scorso anno tutta l’ala militare della compagine camorristica, hanno sgominato anche quella parte del Sistema che gestiva lo spaccio e il flusso del denaro. Si è scoperto che la droga era fornita anche a domicilio, mentre il vuoto di potere creato dalle forze dell’ordine lo scorso anno con i primi arresti aveva portato ad un cruento scontro con la famiglia Buonerba, vicina allo storico clan dei Mazzarella, che ne voleva approfittare per sterminare tutti i gruppi legati ai Sibillo e ai Giuliano.
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