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Napoli: “Scuola di rapina” a Castello di Cisterna, arrestati quattro malviventi minorenni

I carabinieri hanno arrestato quattro minorenni che compivano rapine nel Napoletano prendendo “lezioni di rapina” da un adulto, detenuto per altri motivi. Per spronarli, l’uomo non esitava a dire loro frasi del tipo: «Se non riesci a farlo, non sei un uomo!»

Una volta c’era “Scuola di polizia”, titolo di una lunga saga comica americana degli anni Ottanta e di un cartoon di grande successo dello stesso periodo, ma adesso sembra andare più di moda la “Scuola di rapina”: perchè i carabinieri di Castello di Cisterna, in provincia di Napoli, hanno sgominato ieri una banda di minorenni che compivano rapine nel Napoletano sotto la direzione e i consigli di un adulto, un 21enne detenuto per altri motivi. Sono stati tratti in arresto quattro malviventi in erba, accusati a vario titolo di aver compiuto undici colpi in pochi mesi ai danni di supermercati, farmacie e distributori di carburante nell’area del Vesuviano. Il presunto capo dei quattro minorenni non esitava ad esortarli con frasi forti come «Se non riesci a fare rapine, non sei un uomo vero!» ed altre dello stesso tenore.

Dopo i colpi, festeggiavano in pizzeria e su Facebook
I carabinieri di Castello di Cisterna hanno emesso quindi quattro ordinanze di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale per i Minorenni al termine di lunghe indagini coordinate dalla procura dei Minori di Napoli, le quali hanno portato alla luce l’esistenza di questo gruppo di ragazzini che ha compiuto rapine negli ultimi mesi del 2015. I giovanissimi, dopo aver messo a segno i colpi, andavano pure a festeggiare in pizzeria per rafforzare i legami di gruppo ed arrivando anche a vantarsi su Facebook a colpi di selfie e tag. Ma le indagini dei Carabinieri hanno invece messo in luce la loro goffaggine e la loro inesperienza nel mettere in atto le rapine, come testimoniano i filmati delle telecamere di sorveglianza: in un video estrapolato dai militari, si vede il loro arrivo su uno scooter al negozio che intendono rapinare, entrano con le pistole in mano, ma il proprietario reagisce prontamente riuscendo a sbatterli fuori dall’esercizio commerciale e i due giovanissimi rapinatori si vedono costretti a fuggire goffamente con la coda tra le gambe. L’inchiesta è stata chiamata “Lucignolo” ed ha messo in evidenza il “metodo educativo” con cui venivano indottrinati i giovani, i luoghi dove si nascondevano e pianificavano le rapine, i nascondigli per le auto e i motorini, gli abiti usati per mimetizzare le corporature e le armi usate per minacciare le vittime.

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