Da qualche giorno, si rincorrono velocemente alcune indiscrezioni che vogliono finalmente scoperte dagli scienziati le famose onde gravitazionali già teorizzate da Einstein; per il momento, è stata annunciata solo una conferenza stampa
Sono giorni che si rincorrono come schegge impazzite le voci che considerano cosa fatta la possibile scoperta delle mitiche onde gravitazionali, quelle vibrazioni dello spazio-tempo che potrebbero rivoluzionare il modo di studiare ed osservare l’universo, già teorizzate da Albert Einstein con la teoria della relatività. Per ora, l’unica conferma giunta è quella di una conferenza stampa sull’argomento annunciata per domani 11 febbraio, con due eventi organizzati contemporaneamente a Washington negli Stati Uniti e a Cascina (Pi) in Italia, ove si trova l’interferometro Virgo. Il tutto rientra nella collaborazione internazionale tra le associazioni Ligo e Virgo. A questo si va ad aggiungere una mail scritta da Clifford Burgess, docente di Fisica all’Università di McMaster in Canada, anche se la stessa non riporta ufficialmente l’eventuale scoperta: «Le indiscrezioni sembrano vere – c’è scritto nella mail – e dovrebbero essere pubblicate l’11 febbraio su “Nature”, esattamente quando ci sarà la conferenza stampa, quindi bisogna tenere gli occhi aperti».
Le onde sarebbero state intercettate
Pare che le informazioni esternate da Burgess siano giunte da una talpa e sono passate di mano in mano fino a raggiungere Twitter; pare che i due interferometri di Ligo abbiano fisicamente visto le onde gravitazionali generate dalla fusione di due buchi neri, con due masse ciascuno di una massa, rispettivamente, di 36 e 29 volte quella del Sole. I segnali, spiega Burgess, sarebbero spettacolari ed avrebbero un altissimo valore di certezza statistica, da 5.1 sigma. Le onde gravitazionali potrebbero davvero rivoluzionare lo studio dell’universo e per questo ci sono altri esperimenti e progetti per cercarle: oltre alle antenne giganti di Italia e America, c’è anche il progetto di un supertelescopio gravitazionale nello spazio che potrebbe nascere dal lavoro della missione Lisa Pathfinder dell’Agenzia Spaziale Europea. Insomma, tutti sono con il naso all’insù a scrutare le stelle; effettivamente, bisognerebbe farlo più spesso.
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