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Patto Berlusconi-Putin per combattere l’Isis: “Serve una grande coalizione internazionale”

Silvio Berlusconi stringe un patto con il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin sul fronte terrorismo islamico: «C’è bisogno di una grande coalizione internazionale per sconfiggere l’Isis, una grande coalizione che veda coinvolti Ue, Usa, Nato e Federazione Russa»

Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi collegatosi telefonicamente dalla Russia con Fiuggi, per dare il suo contributo all’iniziativa azzurra di Antonio Tajani, ha rivelato l’intenzione di collaborare con Putin «alla nascita di una grande coalizione internazionale per sconfiggere l’Isis, una grande coalizione che veda coinvolti Ue, Usa, Nato, Federazione Russa sotto la bandiera Onu». Secondo l’ex premier «se non saremo capaci di respingere la grande offensiva lanciata dal terrorismo islamista l’11 settembre di 14 anni fa non riusciremo neppure a risolvere il drammatico problema dell’immigrazione. Dobbiamo riuscire a mettere insieme una grande coalizione che utilizzi la forza del bene contro la violenza del male». Proprio sul tema dei migranti che ogni giorno affrontano i viaggi della morte per scappare dalla guerra o dalla povertà, Berlusconi sottolinea come la situazione oggi sia diventata drammatica «e dico che l’Europa dalle radici cristiane non può voltare le spalle di fronte a ciò che sta succedendo in Siria e in altri Paesi. Dobbiamo da un lato accogliere e distribuire in tutti i Paesi Ue i cristiani perseguitati e i profughi in fuga dalla guerra e che sono già entrati nei nostri confini». «L’Europa non può voltare la testa dall’altra parte. Le nostre radici cristiane ci impongono la solidarietà verso chi ha bisogno e quindi dobbiamo mettere a disposizione somme considerevoli per allestire in Giordania e in altri Paesi del Medio Oriente dei campi di accoglienza vivibili». Ma per risolvere il tutto bisogna operare alla radice, è questo il pensiero in sintesi di Silvio Berlusconi che ha già la ricetta: «Bisogna intervenire in Libia con un contingente militare, naturalmente sotto l’egida dell’Onu, per bloccare le organizzazioni dei trafficanti di esseri umani, cominciando dal blocco delle imbarcazioni, privandole dei motori».

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