Le indagini sono partite dopo le segnalazioni di alcuni cittadini che avevano scoperto che la titolare del centro, sito vicino ad una scuola media, favoriva incontri e prestazioni particolari a pagamento. Arrestata con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione
Favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Sono le accuse mosse ad una donna cinese di 49 anni, incensurata, titolare di un centro benessere e massaggi orientali, sito in via Palmiro Togliatti, proprio di fronte ad una scuola media. La donna è stata arrestata al termine di una breve attività investigativa dei carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Casilina, che hanno accompagnato l’indagata presso il carcere femminile di Rebibbia. A far partire le indagini le segnalazioni di alcuni genitori degli alunni della scuola media e di altri cittadini indignati. È stato appurato quindi dalle autorità che all’interno del centro benessere si praticavano massaggi anche di tutt’altro genere, e non solo. La donna, infatti, agevolava una giovane connazionale da cui recepiva circa il 70% del compenso guadagnato dalle prestazioni offerte come extra ad alcuni clienti. Il blitz dei carabinieri all’interno del centro benessere è avvenuto mercoledì mattina e si è concluso con il sequestro di tutti i materiali che provano come le accuse dello sfruttamento della prostituzione nei locali del centro siano fondate. Sequestrato l’intero esercizio commerciale, ormai trasformato in una vera e propria casa di appuntamenti, mentre la donna è stata condotta nel carcere femminile di Rebibbia, dove si trova a disposizione dell’autorità giudiziaria. Le accuse a suo carico sono favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Un altro caso ad Albano Laziale
Neanche un mese fa veniva eseguita un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 5 persone, che sempre all’interno di un centro benessere, ad Albano Laziale, favorivano incontri e prestazioni particolari dopo i consueti massaggi, per chiunque li richiedesse. Il compenso aggiuntivo variava dai 50 ai 100 euro. Anche in quel caso l’attività illecita all’interno del centro benessere era gestita da cittadini cinesi, e con la complicità di una 36enne romana che, con la qualifica di estetista, fungeva da prestanome.
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