«C’è un mondo di invisibili che diventa visibile solo quando veniamo toccati». «La pena è stata sospesa perché è alla prima condanna. Significa, quindi, che la pena non va eseguita. Questa persona, che è senza un alloggio, è stata liberata e gira indisturbata sul territorio. Come la si può controllare?»
L’avvocato Daniele Bocciolini è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, in merito ad una vicenda che lo ha riguardato in prima persona. «Per tanto tempo abbiamo parlato di certezza della pena pensando fosse la soluzione di ogni male. Bisognerebbe cominciare a parlare più che di “giustizia penale” di “giustizia sociale”. C’è un mondo di invisibili che diventa visibile solo quando veniamo toccati. Il nostro Stato deve prendersi la responsabilità di queste persone. Ero in udienza di convalida per un nordafricano, senza fissa dimora, imputato di spaccio di eroina. Abbiamo fatto un patteggiamento a 5 mesi. La pena è stata sospesa perché è alla prima condanna. Significa, quindi, che la pena non va eseguita. Questa persona, che è senza un alloggio, è stata liberata e gira indisturbata sul territorio. Come la si può controllare? Lo Stato Italiano ti dice semplicemente: “non spacciare più” e intanto questa persona se ne sta in giro e continuerà sicuramente a delinquere».
Bocciolini, anche in merito alle violenze registrate negli ultimi giorni a Roma, ha parlato del degrado generale della città e della scarsa efficacia delle leggi italiane: «Nessuno si chiede come vivono certe persone. Abito in zona Fleming a Roma, ogni giorno ho sotto casa cumuli di spazzatura con della gente che ci rovista dentro. Il parcheggio di Piazzale Clodio è gestito abusivamente, ti chiedono tre euro per evitare dispetti alla macchina. Lì vicino c’è un altro parcheggio, davanti ad un Tribunale, gestito invece da rom. Possibile che non si possa fare nulla?» Il problema più grande è che la maggior parte di questi reati viene poi commessa da persone senza fissa dimora: «O le fai andare in carcere altrimenti non puoi applicare i domiciliari né tantomeno l’obbligo di firma. Non basta “intimare” l’uscita dal territorio italiano a chi vive di espedienti, senza casa e senza lavoro e che sopravvive con la microcriminalità. Di fronte a certi casi bisogna che certe persone vengano espulse in maniera definitiva. Sono un garantista, ovviamente. Non esiste, però, che una persona che delinque debba addirittura essere premiata. Diamo sconti, benefici a tutti ma poi ci si dimentica del degrado che si genera».
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