A scoprire gli abusi la mamma della minorenne, che dopo aver interrotto la relazione col compagno, aveva iniziato a sospettare qualcosa. L’uomo è stato messo alle strette e ha confessato lo scempio
È stato arrestato dai carabinieri della stazione di Varazze R.C. un 50enne che da almeno un anno abusava sessualmente della figlia di 13 anni della convivente. Dalla ricostruzione dei fatti, l’uomo, residente a Savona, approfittava della ragazzina quando era da solo in casa con lei. E lo faceva ripetutamente, ogni qualvolta ne avesse voglia, mentre la compagna era fuori per lavoro o per eseguire commissioni. La mamma della minorenne vittima di abusi, dopo aver interrotto la relazione con il compagno, avrebbe iniziato a indagare con il forte sospetto che stesse succedendo qualcosa alla figlia. Il timore si è poi rivelato fondato quando ha sorpreso l’uomo insieme alla 13enne in atteggiamenti riprovevoli. Si è dunque rivolta ai carabinieri facendo partire le indagini. La complessa e riservata attività investigativa ha permesso di raccogliere inconfutabili elementi di colpevolezza contro l’indagato, che alla fine, messo alle strette, ha dovuto ammettere e confessare lo scempio. Le indagini sono state coordinate dal Pubblico Ministero dott. Ferro, e svolte con servizi di osservazione e impiego di carabinieri specializzati nella ricerca di tracce biologiche per la successiva analisi scientifica da parte del ris. Grazie a queste attività si è arrivati non solo all’individuazione dell’autore degli abusi sessuali, ma anche all’interruzione delle sue continue violenze sulla ragazzina che sarebbero sicuramente continuate nel tempo causando gravi problemi, anche mentali, alla giovane vittima che, secondo gli investigatori, era totalmente succube del suo aguzzino finendo per accontentare ogni sua richiesta.
Salvata grazie all’intervento della madre
Se la madre non fosse intervenuta, la tredicenne, avrebbe continuato a subire gli abusi senza raccontare a nessuno i fatti. Fino a oggi infatti non avrebbe mai trovato il coraggio di denunciare il patrigno e liberarsi di tutte le sue disgustose attenzioni. L’arrestato è stato tradotto presso la casa circondariale a disposizione dell’autorità giudiziaria.
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