Strage al Bataclan, dichiarazioni shock della moglie del kamikaze: “Orgogliosa di mio marito”

Analizzate alcune mail della moglie 18enne del kamikaze Samy Amimour in cui elogia le azioni del marito e ne vanta i meriti: «Sono così orgogliosa di lui, ha terrorizzato il popolo francese. Avrei voluto farmi esplodere anche io». Kahina fa anche propaganda: «Faccio la bella vita. Ho un appartamento tutto mio e non pago affitto, né elettricità, né acqua. È stupendo»

Strage al Bataclan, dichiarazioni shock della moglie del kamikaze: "Orgogliosa di mio marito"

A più di un mese dai tragici attentati di Parigi arrivano le agghiaccianti parole della moglie di Samy Amimour, il kamikaze che si è fatto esplodere al teatro Bataclan, dove il 13 novembre scorso hanno perso la vita oltre 80 innocenti. Lei è la diciottenne francese Kahina, una studentessa che nel 2013 partì per Raqqa, capitale dello Stato islamico, per sposare il futuro kamikaze, conosciuto su un autobus mesi prima e con cui rimase in contatto via internet fino alla sua fuga da casa. Sembra assurdo, ma la ragazza si dice orgogliosa del marito e di quello che ha fatto: «Sono così fiera di lui e di vantare i suoi meriti, sono davvero felice». La ragazza è stata intercettata dagli investigatori durante una conversazione con una conoscente, di cui il quotidiano “le Parisien” ha pubblicato i contenuti. «Sei scioccata dagli attentati? Uno dei kamikaze del Bataclan era mio marito Samy Amimour. È stato lui a farsi esplodere. E tu vuoi sempre continuare a pavoneggiarti sulla Panam?», ha scritto la 18enne in una mail datata 16 novembre. Dopo loda le terribili azioni del marito terrorista e ne vanta i meriti: «Sono così orgogliosa di lui, ha terrorizzato il popolo francese. Io l’ho incoraggiato a farlo». Kahina, che adesso vive a Mosul, in Iraq, ha scritto nella mail di essere sempre stata a conoscenza degli attacchi sin dall’inizio. «Ho incoraggiato mio marito a partire per terrorizzare il popolo francese che ha tanto sangue sulle sue mani. Adesso niente sarà più come prima».

«Tu ci uccidi, noi ti uccidiamo. Tu ci combatti, noi ti combattiamo» – La giovane moglie del kamikaze, come lei stessa scrive, avrebbe voluto essere al Bataclan insieme al marito il 13 novembre scorso: «Invidio così tanto Samy, avrei tanto voluto essere con lui per farmi esplodere anche io». Poi un elogio all’uso della violenza: «La vita, non è la pace. Tu ci uccidi, noi ti uccidiamo, tu ci combatti, noi ti combattiamo. Finché continuerete a offendere l’Islam e i musulmani sarete potenziali bersagli, non solo i poliziotti e gli ebrei, ma tutti quanti». E infine, proprio come vuole la propaganda jihadista, si sofferma su tutti gli agi e i piacere della vita promessi dal Califfato: «Io faccio la bella vita. Ho un appartamento tutto mio, completamente arredato con cucina, due bagni e tre camere da letto e, cosa fondamentale, non pago affitto, né elettricità, né acqua. È stupendo».

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