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Terremoto, senatore D’Anna (Ala): “Dove sta scritto che lo Stato deve ricostruire le case?”

A sei giorni dalle parole al vetriolo rilasciate dal senatore D’Anna, nei confronti dei terremotati, continuano le polemiche. Le nuove dichiarazioni inoltre alimentano nuovi attacchi. «Non c’è scritto da nessuna parte che lo Stato debba concorrere alla ricostruzione delle civili abitazioni, e vi spiego il perché»

Non si placano le polemiche e gli attacchi sul web nei confronti del senatore di Ala Vincenzo D’Anna, dopo che lo scorso 25 gennaio, ai microfoni di Radio Cusano Campus, a proposito del terremoto, aveva espresso il suo fastidio per chi chiede continuamente interventi da parte dello Stato. Ecco cosa dichiarava D’Anna: «Noi siamo un popolo strano, invece di ringraziare e di predisporsi all’apprezzamento delle cose che ci vengono date, iniziamo a richiederle con maggiore insistenza e maggiore velocità, dimenticando che quelle cose in punta di diritto non ci spettano. Va bene che calamità naturale debba costringere lo Stato oltre a sobbarcarsi i soccorsi, l’aiuto alle popolazioni, la ricostruzioni di scuole, strade e acquedotti, oltre all’intera rete degli uffici e dei servizi pubblici, ma è passata dall’ottanta in poi anche l’idea che lo Stato debba contribuire, se non farsi carico per intero, anche alla ricostruzioni delle abitazioni civili. Questo ha portato ad intendere che lo Stato ha il dovere di dare queste cose. Così nascono una serie di polemiche da parte di persone che hanno voluto decidere insieme ai sindaci di rimanere a quelle altitudini sotto le tende, perché si sapeva che le casette di legno che loro avevano richiesto ci sarebbe voluto qualche mese per ottenerle, non hanno voluto i container, non si sono voluti trasferire con una diaria garantita dallo Stato presso parenti e non si sono voluti trasferire nei grandi alberghi del litorale pescarese».

«Poi arriva la nevicata storica e dicono che sono sotto alla neve con le tende. E’ la logica conseguenza di una scelta che hanno fatto le popolazioni con i sindaci, non vedo perché si debbano dare su questo responsabilità al Governo. E poi mi dovete dire dove sta scritto che lo Stato deve concorrere alla ricostruzione delle civili abitazioni. Lo Stato dovrebbe fare un’altra cosa, obbligare le persone a fare delle assicurazioni e dedurre dalle dichiarazioni dei redditi questi importi».

«L’italiano attraverso il Movimento Cinque Stelle ha trovato una sponda salvifica, perchè l’italiano vuole sempre che siano gli altri a riformarsi e a moralizzarsi, ma non vuole mai veder toccato il proprio formaggio. Voi sapete quanto prende oggi un parlamentare dopo cinque anni di vitalizio? 900 euro al mese. Ma non ne parla nessuno, parlano solo dei vecchi vitalizi».

Nuove dichiarazioni e nuove polemiche
Intervistato da Picchio News, il senatore ha cercato di spiegare il senso delle sue parole. Le nuove dichiarazioni non sono però bastate a placare le polemiche nei suoi confronti: «Ai terremotati va dato tutto e io non ho mai sostenuto il contrario. Sostengo che le popolazioni sfollate vadano sostenute con tutti i mezzi, dico anche che è stato commesso un errore da parte dello Stato quando è stato permesso ai sindaci e ai cittadini di scegliere autonomamente se restare nei territori colpiti o meno».

Ma «non c’è scritto da nessuna parte che lo Stato debba concorrere alla ricostruzione delle civili abitazioni. Spiego il perché. Il Governo lascia intendere che sarà l’Europa a rifonderci per i danni subiti, ma non sarà così e al massimo quello che l’Europa potrà fare sarà autorizzare il nostro Paese a sforare i parametri di Maastricht e a spendere, dunque, molto di più di quello che si potrebbe fare. Se il Governo deciderà di partecipare attivamente alla ricostruzione delle abitazioni civili, la spesa preventiva potrebbe superare i cento miliardi di euro una cifra che, per forza di cose, dovrà rientrare nelle casse dello Stato sotto forma di tasse».

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