Il prossimo 21 gennaio esce nelle sale italiane il film venezuelano “Ti guardo” di Lorenzo Vigas, la prima pellicola sudamericana ad aver vinto il Leone d’Oro al Festival di Venezia, l’anno scorso. L’Italia è il primo Paese in cui uscirà
Il 21 gennaio uscirà nei cinema italiani il film considerato un esempio della new wave cinematografica sudamericana: “Ti guardo”, diretto da Lorenzo Vigas, il quale detiene già due record. E’ la prima pellicola sudamericana ad aver vinto il Leone d’Oro al Festival di Venezia, l’anno scorso, ed è una delle pochissime opere prime ad aver ottenuto il massimo riconoscimento alla kermesse del Lido. La trama: a Caracas vive un individuo solitario di mezza età, Armando, che gestisce un laboratorio di protesi dentarie; incapace di intrecciare relazioni, l’uomo si concede come unico svago l’adescamento di giovani ragazzi alle fermate dell’autobus, offrendo loro del denaro per scopi sessuali, ma poi li porta a casa e si limita ad osservarli senza neppure sfiorarli. Inoltre, Armando passa il tempo a spiare un misterioso uomo anziano, che sembra avere un qualche passato legame traumatico con lui. Un giorno, adesca il teppistello Elder, che inizia a frequentarlo soprattutto per racimolare denaro, ma tra i due inaspettatamente un’intimità molto forte che cambierà inesorabilmente la loro vita. Come si evince dalla trama, si tratta di un film che affronta in modo molto delicato il tema dell’omosessualità senza scadere nel morboso.
Il cast e le influenze dei film italiani e francesi
Il film è interpretato da Alfredo Castro, che interpreta Armando, e il giovane Luis Silva, che proviene davvero da un ambiente difficile di Caracas: «Castro era perfetto per il ruolo del protagonista – ha dichiarato Vigas, figlio di Oswaldo, uno dei più importanti artisti venezuelani – ha anche apportato una visione personale nel personaggio che ho apprezzato molto e che arricchito la sceneggiatura. In Luis, invece, ho trovato tutto quello che cercavo: sofferenza negli occhi, impulsi animali, non c’è stato neppure bisogno del provino, mi sono fidato della sua foto che proveniva da un’agenzia di casting». Come fonti di ispirazione, Vigas ha citato “La pianista” di Michael Haneke («un altro racconto di qualcuno incapace di relazionarsi con il mondo»), Pasolini («ma solo nelle tematiche») e Bresson («per la forma»); le riprese sono avvenute in un clima di aperta improvvisazione, soprattutto da parte degli attori non professionisti. Un altro momento un po’ delicato è stato quando Vigas, una volta ottenuta la fiducia di Silva, gli ha dovuto spiegare che avrebbe dovuto girare esplicite scene omosessuali: «Ma lui mi ha risposto candidamente “Sono un professionista, non preoccuparti, ce la farò”». Il nostro Paese sarà anche il primoin cui il film sarà distribuito, mentre in Venezuela arriverà ad aprile: «Sono molto ansioso di vedere come lo prenderà il pubblico del mio Paese, perchè l’omosessualità è ancora un tabù in Venezuela – ha raccontato il regista – inoltre, ho voluto esprimere ciò che vedo nel Venezuela odierno, ossia l’assenza di comunicazione tra classi e tra governo e popolo. E allora bisogna scuotere le coscienze con lavori artistici provocatori capaci di generare discussioni e polemiche, insomma far scattare di nuovo la comunicazione».
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