Un aereo militare della Russia è stato abbattuto dagli F-16 turchi dopo che, di ritorno dalla Siria, aveva sconfinato nello spazio aereo turco. I ribelli turcomanni hanno riferito di aver ucciso entrambi i piloti che erano a bordo; Mosca nega e minaccia tragiche conseguenze
Soffiano venti di crisi tra Russia e Turchia: un caccia dell’aviazione militare di Mosca, impegnato nei raid contro le postazioni dell’Isis in Siria, è stato abbattuto dagli F-16 di Ankara dopo che, di ritorno dalla Siria, aveva sconfinato brevemente nello spazio aereo turco; lo ha comunicato l’ufficio del premier ottomano Ahmet Davutoglu, il quale ha subito ordinato al ministero degli Esteri di avviare una consultazione con la Nato, l’Onu e i Paesi interessati. Il ministero della Difesa di Mosca ha subito incontrato l’incaricato militare turco per i colloqui, mentre il governo di Ankara ha convocato gli ambasciatori di Stati Uniti, Russia, Francia, Inghilterra e Cina per chiarire la vicenda. Mosca ha negato lo sconfinamento, aggiungendo inoltre che forse il caccia Sukhoi 24 è stato colpito da terra, al confine tra Siria e Turchia, e continuando a sostenere che il caccia, prima di essere colpito dall’aviazione turca, stava sorvolando con certezza il territorio siriano e non turco. Il presidente russo Vladimir Putin ha definito l’episodio «una pugnalata alle spalle» evidenziando che «si tratta di un episodio che va oltre i limiti dell’ordinaria lotta contro il terrorismo. Ci saranno gravi conseguenze nei rapporti tra Russia e Turchia». Alle 17 di ieri è stato anche convocato il Consiglio dei 28 rappresentanti dei Paesi Nato su richiesta proprio della Turchia, che ha voluto informare gli alleati del grave episodio.
Ribelli: «Abbiamo ucciso entrambi i piloti atterrati con il paracadute» – Un gruppo di ribelli turcomanni accampato nel nord della Siria, ha comunicato di aver ucciso entrambi i piloti del jet russo, atterrati con il paracadute nel loro territorio: «I loro corpi sono qui» hanno dichiarato. Inoltre, la conferma che il caccia russo abbia violato lo spazio aereo della Turchia è giunta dal capo di Stato maggiore di Ankara, Hulusi Akar; Akar ha sostenuto che l’ordine di abbattere il jet è arrivato dal premier turco in persona, dopo essere stato informato che il jet militare aveva sconfinato dalla Siria. Secondo altre fonti militari turche, il velivolo avrebbe violato lo spazio aereo della Turchia nel distretto di Yayladag, nella provincia sudorientale di Hatay. Un’altra fonte, oltre ad affermare che i jet russi fossero due, ha anche sostenuto che i due caccia siano stati avvertiti di allontanarsi prima che gli F-16 ne abbattessero uno; le autorità di Ankara, a ogni modo, hanno precisato che l’abbattimento non deve essere interpretato come un atto di aggressione verso uno Stato in particolare, ma come «un’azione per difendere la sovranità del territorio turco».
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