Le parole dell’esperta non lasciano spazio a molte interpretazioni. Lo scenario che si profila all’orizzonte è preoccupante.
Gli scienziati la chiamano ‘malattia X’, facendo riferimento alla prossima minaccia globale. A lanciare l’allarme, tra gli altri, anche la virologa Ilaria Capua, che ha spiegato come l’umanità dovrà prepararsi adeguatamente nell’eventualità di una nuova pandemia. Le prime avvisaglie e i segnali sarebbero emersi proprio negli ultimi anni con un virus che ci avrebbe letteralmente ‘fregati’.
Con l’intervento in collegamento a L’aria che tira su La7 dipinge un quadro abbastanza drammatico: “Il termine malattia X significa che dobbiamo essere pronti ad affrontare un virus che si diffonde per via respiratoria, gastrointestinale o sessuale: dobbiamo essere preparati su più fronti”. Cresce l’allerta per non rischiare di ricadere nell’incubo dell’epidemia globale, le istituzioni dovranno giocare d’anticipo mettendo in campo tutte le misure necessarie.
Per chi immaginava un futuro senza malattie come il Covid non ci sono buone notizie, anche i più ottimisti dovranno ricredersi. Si moltiplicano ormai da mesi gli allarmi degli esperti in materia, virologi come Ilaria Capua mettono in guardia i governi mondiali dalle prossime minacce: “Le pandemie accadono, mi dispiace dirlo. Dal 1900 al 1999 abbiamo avuto 3 pandemie influenzali più un episodio epidemico legato a una fuga di laboratorio in Russia, la cosiddetta ‘russa’ del 1977”.
Viene definita con l’espressione ‘malattia X’ e si diffonderà “per via respiratoria, gastrointestinale o sessuale”. Nel frattempo c’è stato un virus che è passato inosservato: “In questo secolo c’è stata l’influenza suina, quella che sta provocando questi ricoveri: è un virus emerso dal suino nel 2009, lo chiamo il virus che ci ha imbrogliati”, ha ammesso la Capua.
Entrando nel dettaglio ha aggiunto: “Quando è emerso dal suino, questo virus ha trovato recettività solo nei giovani perché le persone over 55 erano state a contatto con un virus parente e avevano un’immunità residua. Fortunatamente poi non è riuscito ad attaccarsi alle persone più anziane e più fragili. Si sono ammalati i più giovani, la pandemia è stata considerata blanda perché i fragili erano in qualche modo protetti”.
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