Svegliarsi la mattina presto è una buona abitudine ma può nascondere anche delle insidie ed alcuni disturbi celati.
Il quotidiano si divide in due categorie, coloro che non riescono a dormire, si svegliano presto, sono sempre attivi al mattino e coloro che invece fanno sempre fatica, amano dormire e non vedono l’ora arrivi il fine settimana per farlo.
Ovviamente nessun eccesso, in un senso o nell’altro è mai cosa buona. Il sonno è fondamentale e gli esperti consigliano di dormire almeno 7 ore a notte. Ma questo è un dato soggettivo, ci sono persone che hanno bisogno fisicamente di dormire di più e altre che potrebbero stare benissimo dormendone meno. Quindi il dato è generale ma se ci sono cambiamenti significativi bisogna fare attenzione e capirne il motivo e quindi anche come agire.
In condizioni generali, soprattutto quando si tratta di esigenze magari legate al lavoro o ad altre condizioni, allora la situazione è sotto controllo. Il problema sorge però quando si tratta di una situazione differente, quando il fisico sembra inviare segnali contrastanti.
Secondo gli studiosi infatti avere problemi di sonno potrebbe essere legato anche ad altri fattori e quindi una connessione di tipo patologico. Nello specifico è l’anoressia nervosa che può portare a inappetenza e problemi alimenti ad avere delle connessioni dirette anche con l’essere mattinieri. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of American Medical Association Network Open, condotto all’University College di Londra, ci sarebbe una rilevanza tra la fame nervosa e il sonno. Il campione analizzato è di quasi 50 mila persone, si tratterebbe addirittura di una questione genetica.
Secondo i dati infatti la maggior parte dei disturbi alimentari insorgono per dei motivi specifici ma in questo caso invece l’anoressia sembra connessa direttamente con l’abitudine delle persone a svegliarsi molto presto al mattino. È il secondo fattore di mortalità tra le malattie psichiatriche, non è qualcosa che va sottovalutato dunque. L’incidenza è di circa 9 casi ogni 100 mila persone, il picco è tra i 15 e i 19 anni, per questo è importante capire cosa comporta e a cosa bisogna fare attenzione.
Quindi sono dati importanti, da considerare con attenzione perché possono avere conseguenze da non sottovalutare per la vita. Quando si tratta di abitudini volontarie è un conto, quando però ci sono alterazioni, soprattutto modifiche nei comportamenti, anche nei più giovani, non vanno mai prese alla leggera perché potrebbero essere connesse ad altro.
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