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Libia: ucciso boss degli scafisti di Zuwara da un commando di uomini armati

Salah Al Maskhout, boss degli scafisti di Zuwara, capitale del contrabbando libico, è rimasto ucciso insieme ad alcuni miliziani in uno scontro a fuoco con un commando di uomini armati ben equipaggiato. Lo hanno annunciato alcuni media locali

Secondo il sito di Libya Herald, il principale boss del traffico di esseri umani in Libia sarebbe rimasto ucciso in uno scontro a fuoco a Tripoli; l’uomo, Salah Al Maskhout, era un ex ufficiale dell’esercito libico dell’epoca di Gheddafi e, in pochi anni, era diventato il capo supremo del traffico di clandestini nel porto di Zuwara, considerata la capitale del contrabbando libico. Secondo i media libici, insieme a Maskhout sarebbero morti anche otto suoi miliziani, mentre a sparare sarebbe stato un commando di uomini armati, ben equipaggiato e, a sentire le fonti, composto da individui ben addestrati al combattimento, infatti nessuno di loro è morto durante lo scontro a fuoco. Il presidente del Congresso Libico, Nuri Abu Sahmain, ha accusato le forze speciali italiane dell’omicidio, questo almeno è quanto asserito dal quotidiano inglese “The Guardian”, che ha anche riportato la presunta risposta del ministro della Difesa Pinotti, il quale avrebbe negato categoricamente un qualsiasi coinvolgimento di militari italiani nella morte di Maskhout. Sahmain è legato al governo di Tripoli non riconosciuto dalla comunità internazionale. Secondo i media locali, Maskhout sarebbe andato a trovare alcuni parenti vicino al Medical Centre di Tripoli, accompagnato dalla sua scorta; ad un certo punto, il gruppo sarebbe stato affiancato da un commando di uomini armati, forse quattro, ed è iniziata quasi subito una sparatoria, e Maskhout è stato colpito al cuore da un colpo di pistola, morendo immediatamente. Secondo alcuni testimoni, i killer non erano libici, anche se non hanno saputo indicarne la nazionalità, ed erano dei professionisti in quanto, come riportato dal Libya Herald, erano armati di AK47 e pistole, mentre i proiettili, raccolti dalla polizia, sarebbero quelli in dotazione alle forze di sicurezza statunitensi e alle guardie dell’ambasciata americana.

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