Hanno subito confessato ieri mattina, poco dopo essere stati tradotti in caserma, Marco Di Lorenzo e Gianluca Ianuale, 32 e 20 anni, fratellastri: sono stati loro ad uccidere a colpi di pistola l’operaio ucraino Anatolji Korol, 38 anni e padre di tre figli, nel corso di una violenta rapina in un supermercato a Castello di Cisterna (Na) lo scorso 29 agosto. Korol fu ucciso perchè, unico tra i presenti, aveva reagito ai malviventi riuscendo persino ad aggredirne uno, Di Lorenzo, che, se fosse stato l’unico rapinatore, sarebbe stato sicuramente arrestato sul luogo della rapina grazie alla forza fisica dell’ucraino. «Si, siamo stati noi – hanno detto ai carabinieri di Scalea, in Calabria, dove sono stati intercettati e fermati – ma non doveva finire così. Noi siamo poveri, i nostri mobili a casa sono vuoti come quelli del mobilificio, lo abbiamo fatto per necessità». I due, subito dopo il delitto, avevano passato la notte in un residence in provincia di Napoli, successivamente hanno preso un treno regionale per Scalea, meta durante l’estate di molti turisti e villeggianti partenopei; la polizia sta cercando un terzo complice, perchè pare che Di Lorenzo avesse coinvolto un’altra persona per la rapina al supermercato, ma questa si sarebbe tirata indietro all’ultimo istante. Perciò Di Lorenzo avrebbe ripiegato su Gianluca, suo fratellastro (sono figli dello stesso padre, Nicola Ianuale, boss del rione popolare Cisternina, ma hanno madri diverse, tanto che Di Lorenzo ha il cognome materno). Di Lorenzo ha ricostruito la dinamica della rapina ai carabinieri: dopo aver indossato maglie a maniche lunghe per nascondere i tatuaggi alle telecamere, hanno fatto irruzione nel supermercato minacciando i presenti con le pistole.
I due però non avevano previsto la reazione di Korol, intento a fare la spesa con la figlia più piccola, che si è subito avventato su Di Lorenzo afferrandolo per la gola. Il malvivente avrebbe colpito l’ucraino con una penna, che si è spezzata, e a quel punto è subentrato Gianluca, che gli ha sfilato la pistola dalle mani facendo fuoco su Anatolji: «Credevo di averlo colpito solo alle gambe» si è giustificato Ianuale con i militari. Le armi probabilmente utilizzate per la rapina sono state ritrovate dai carabinieri in via Giacomo Leopardi alla Cisternina, nella tromba di un ascensore condominiale: un fucile mitragliatore, una pistola calibro 7.65, munizioni e tre bilancini di precisione. Sono state inviate alla scientifica per tutti gli accertamenti balistici.
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